Il Tibet Benvenuti sul tetto del Mondo - 15 Dicembre 2009
L'altopiano tibetano il più vasto e alto della terra, si formò circa 40 milioni di anni fa sotto la spinta del subcontinente indiano che lo fece emergere dal mare con la catena dell'Himalaya. Con passare del tempo, le numerose tribù sparse sull'altopiano tibetano si sono gradualmente unite, originando l'attuale etnia tibetana. Tutto ebbe inizio, quando nel settimo secolo d.C. il quadro di caos e separazione durato più di 300 anni nella zona centrale della Cina si concluse. Dal 1200 il Tibet fu annesso all’impero mongolo di Gengis Khan come stato vassallo; stessa sorte toccò anche alla Cina. Tra 1358 e il 1368, i due stati riuscirono a liberarsi dall’oppressione mongola ed è proprio da questo punto che l’attuale Repubblica popolare Cinese rivendica il territorio tibetano come parte della Cina, in quanto facenti parte entrambi dell’impero mongolo. Nel contempo l'eroe tibetano Songtsam Gambo istituì ufficialmente la dinastia Tubo, con capitale Lhasa. Durante il suo regno egli assorbì le avanzate tecniche produttive e i risultati politici e culturali della dinastia Tang, nei settori politico, economico e culturale. Promosse con fervore il buddismo nel paese arrivando a fondare diversi templi tra i quali la Cattedrale di Lhasa (Jo Khang) ad egli stesso inoltre, si deve l'introduzione della scrittura della lingua tibetana con caratteri derivanti dal sanscrito. Songtsen Gampo sarà ricordato come il primo re religioso. L’idea di accumulare meriti come patrimonio morale, di mandare i figli in monastero, di intraprendere pellegrinaggi, di credere nell’esistenza di luoghi naturali dotati di santità ed energia, sono il risultato della fusione tra il buddismo e l’antica religione sciamanica che, affermatasi sull’altipiano, ha dato origine alla cultura tibetana. Nel 1374 un giovane di nome Tsongkhapa cominciò il tirocinio presso tutte le principali scuole di buddismo tibetano. All’epoca aveva 25 anni ed era già noto come insegnante e scrittore anche se continuava a studiare sotto la guida dei lama più celebri. Egli fondò un monastero a Ganden, vicino alla capitale del Tibet, Lhasa e un altro monastero a Shigatsé. Il movimento divenne noto come ordine di gelukpa (virtuoso). Fu però un nipote di Tsongkhapa, Gendun Drup nato nel 1391 e fondatore del monastero di Tashilhunpo che, prima di morire, annunciò la sua prossima reincarnazione e diede ai discepoli le indicazioni necessarie perché potessero ritrovarlo. La storia del Tibet e delle sue genti è strettamente legata all’ordine monastico dei gelukpa, governato dalla stirpe dei reincarnati. Fu infatti il terzo capo gelukpa, Sonam Gyatso (1543-1588) che, accettando l’alleanza con i mongoli, rese potente l’ordine monastico tibetano. Nel 1578 accettò di incontrare Altan Khan, capo dei mongoli. Durante l’incontro Sonam Gyatso ricevette il titolo di Ta-Le (dalai), che significa Oceano di Saggezza. Nel 1588, alla morte del terzo Dalai Lama, venne trovata la reincarnazione dello stesso in un pronipote di Altan Khan. Il ragazzo venne portato a Lhasa con una grandiosa cerimonia e scortato da truppe mongole. Le lotte per il potere tra i nobili tibetani e la rampante classe sacerdotale si fecero aspri. Il quarto Dalai Lama morì di morte violenta a soli 25 anni. Il suo successore Ngawang Lozang Gyatso "Il Grande Quinto" cominciò a governare con l’aiuto dei mongoli, divenendo sovrano spirituale e temporale del Tibet. Egli diede grande impulso alla costruzione di nuovi monasteri, il più importante dei quali è quello di Labrang nel Kham (oggi provincia di Gansu in Cina). A Lhasa cominciò a costruire una residenza adatta al capo dello stato tibetano, il Potala. Avveduto uomo di stato, il V° Dalai Lama fu abilissimo nel gestire le relazioni con il protettore mongolo in modo da salvaguardare l'indipendenza del Tibet, destreggiandosi abilmente tra i mongoli e i cinesi. Ma con la morte del quinto Dalai Lama si venne a definire tutta la debolezza della linea di discendenza istituita dalla stirpe dei reincarnati. La Cina inoltre si dimostrava sempre più interessata alle sorti del montuoso stato fino a che, nel 1720, l’imperatore Kangxi dichiarò il Tibet protettorato cinese. Appena 37 anni dopo nel 1757 il Tibet è nuovamente al centro delle mire espansionistiche stretto a Sud dall'Inghilterra che intanto aveva assunto il controllo della penisola indiana e a Nord Est dall'espansionismo cinese. Il 15 agosto 1947 l'Inghilterra è costretta a ritirarsi dal Tibet cosi; 7 ottobre 1950 un anno dopo l'avvento del comunismo in Cina trentamila soldati cinesi, in assetto di guerra, attaccarono il Tibet centrale da sei diverse direzioni. A Lhasa il governo tibetano, che poteva disporre soltanto di 4mila uomini male armati, rispose mettendo sul trono il quattordicesimo Dalai Lama, un ragazzo di soli 15 anni. Nel 1959, dopo alcuni anni di governo formale, il Dalai Lama dovette rifugiarsi in India dove ottenne asilo politico. Circa 80.000 tibetani lo seguirono e attualmente, i profughi in India sono più di 120.000. Dal 1960, il Dalai Lama risiede a Dharamsala, una cittadina situata nello stato indiano dell'Himachal Pradesh, conosciuta anche come "la piccola Lhasa" e sede del Governo Tibetano in esilio.
Il Tibet è un Paese estremamente suggestivo che ha cercato di mantenere, malgrado le tante vicissitudini, la propria identità: il popolo tibetano lotta quotidianamente per la difesa della sua cultura e delle sue tradizioni tentando di riaffermare il diritto alla “non omologazione” nei confronti della cinesizzazione in atto dal 1950. Un Paese incredibile ed emozionante, dove l’ombra del cambiamento diventa ogni anno più evidente anche se limitatamente alle tre principali realtà urbane: Lhasa, Shigatse e Gyantse. Di seguito alcuni approfondimenti sugli aspetti relativi ai trasporti, al clima e alla salute, per consentirvi di affrontare con maggiore consapevolezza il viaggio sul leggendario Tetto del Mondo.
Natura Flora: abeti rossi, pini, larici, cipressi, betulle, querce; Fauna: leopardo delle nevi, leopardo maculato, la lince, orso nero himalayano, burdocade tibetano, yak selvatico, cervo muschiato, gazzella tibetana, antilope tibetana, lepre dell’Himalaya, panda gigante, panda rosso, asino selvatico, scimmia dorata, gru dal collo nero, cicogne, cigni selvatici, martin pescatore, oche, anatre, rapaci, fringuelli, uccello pigliamosche della giungla, tordi, pappagalli, cutrettole alcune tra queste sono specie endemiche e a grosso rischio di estinzione. I fiumi più importanti sono il Pangong, il Brahmaputra, l’Indo, il Mekong, lo Yangtse e il Fiume Giallo. l clima è di tipo continentale In ogni periodo dell'anno, specie nel Tibet occidentale, possono avvenire improvvisi cali di temperatura nelle ore notturne: nei mesi estivi di giorno si possono superare i 25 ° C mentre di notte si scende a 0° e anche a -10°C. In inverno non sono rare, su estese zone, escursioni che vanno dai -15° ai -40°C con violente tempeste di neve. Alquanto più miti le valli dell'Indo e dello Tsang-po al di sotto dei 4000 m.
Strade trasporti piatto tipico Chi effettua un viaggio in Tibet deve tener conto della lunghezza dei percorsi e delle condizioni delle strade, che sono spesso ancora sterrate, in alcuni punti intagliate nella montagna, a volte sconnesse o in via di rifacimento. Ciò rende difficile determinare con esattezza la durata di taluni tragitti. I mezzi di trasporto utilizzati possono essere minibus, autobus o vetture fuoristrada di fabbricazione giapponese. Il parco macchine in Tibet non è molto consistente, anche i mezzi più nuovi risentono delle particolari condizioni in cui versa la viabilità nelle aree himalayane e di una manutenzione non sempre puntuale. A causa dell’altitudine e della rarefazione dell’aria propria delle alte quote i veicoli a motore possono presentare problemi di funzionamento del sistema di carburazione con conseguente perdita di potenza e rallentamento della velocità, inconvenienti dovuti alle condizioni ambientali in cui operano. Per quanto concerne il comfort degli autobus, questo è a volte penalizzato se comparato con i pullman Gran Turismo utilizzati in altre parti del mondo. I mezzi fuoristrada sono più adatti alle piste e ai terreni sconnessi ma offrono un comfort minore rispetto ai pullman, uno spazio più limitato e comportano un frazionamento del gruppo con conseguenti problemi da parte della guida locale nello svolgere il proprio ruolo di informazione in modo ottimale, e cioé a vantaggio di tutti. Il tè, mescolato con tsampa (farina d'orzo tostata) e burro di yak , è l'alimento base dei tibetani ed è facile che ve lo offrano nei monasteri, nelle case o mentre aspettate l'autobus sul ciglio della strada.
Da Kathmandu a Lhasa Viaggiare sulla Transhimalayana nel periodo del monsone. La strada che collega le capitali nepalese e tibetana ha rappresentato per secoli la più importante via di comunicazione tra il subcontinente indiano e il Tibet e rimane ancor oggi un’arteria di vitale importanza, spettacolare per le valli himalayane che si attraversano. La strada si snoda sull’altopiano tibetano ad altezze variabili tra i 3500 e i 5200 metri, costeggia fiumi, attraversa immense pianure e corre sugli alti pascoli, ora inerpicandosi lungo ripide salite ora discendendo sui fianchi di montagne con una lunga serie di tornanti. Durante la stagione monsonica, che inizia in genere ai primi di luglio e termina verso fine agosto, il percorso lungo la Transhimalayana si presenta disagevole,
La catena dell'Himalaya
Palazzo del Potala
Lhasa capitale del Tibet
Il quattordicesimo Dalai Lama
Jokhang è il tempio buddista più importante di Lhasa
Un monaco tibetano
Il Pangong il lago più lungo dell'Himalaya
Sulle rive del Pangong
Tenzin Choezom Miss Tibet 2009
La bandiera del Tibet introdotta nel 1912 dal tredicesimo Dalai Lama